mercoledì 29 giugno 2011

UNA VALLE OCCUPATA DA SALVARE

Non una recensione, ma poche righe per raccontare quello che sta accadendo da due settimane al Teatro Valle di Roma. Proprio circa un mese fa segnalavo il silenzio della capitale in merito alla chiusura del Valle. Oggi qualcosa sembra essersi messo in moto: lavoratori dello spettacolo, artisti visivi, tecnici, drammaturghi, scrittori, fotografi, studenti hanno occupato uno spazio pubblico, di immenso valore storico e artistico per il paese, il cui futuro è ancora incerto.

Nonostante le rassicurazioni da parte del comune di Roma, nessuno si esprime a riguardo della copertura economica stabilita per il Valle. Forse perché i tagli del comune, che a breve saranno ufficiali, non risparmiano nessuna realtà culturale della città, tantomeno il Valle. C'è grande imbarazzo da parte delle istituzioni e intanto il Valle non ha una programmazione. Gli occupanti restano lì, giorno e notte, tra assemblee, incontri, discussioni, serate-spettacolo, restano a dare vita ad un "bene comune", un bene che non può essere dismesso e che deve rimanere pubblico.

Il passaggio ad un privato, dopo un bando pubblico di dubbia trasparenza, ad oggi, con la legislazione in vigore in Italia, non garantisce che il Valle rimanga ciò che è sempre stato: un luogo a vocazione internazionale, che ha sempre coniugato tradizione e innovazione.

La lotta dal basso che stanno portando avanti gli occupanti del Valle, a cui va tutto il mio sostegno, ha un respiro più ampio che non può e non deve essere sottovalutato. Erano secoli che i lavoratori dello spettacolo non alzavano la voce in modo così diretto e incisivo, forse perché ormai le problematiche del settore cultura non hanno fine e anzi peggiorano sempre più (vedi l'eliminazione della disoccupazione).

Molti nomi "illustri" si affacciano al Valle in questi giorni, offrono la loro disponibilità e la loro onestà di intenti. Ma io non mi fido: 

"Cari Baricco, Lavia, Barbareschi e compagnia bella, giù le mani dal Valle. Qui c'è qualcosa di nuovo che ora non tace, fucina di idee e proposte. Fareste meglio a rimanere nei vostri beneamati orticelli culturali, quelli  di cui vi siete con tanta dedizione presi cura, che hanno ottenuto riconoscimenti, finanziamenti, che gestite in piena libertà. Rimanete lì, oppure se come Barbareschi non ne avete, fatevi una bella vacanza, ma tenetevi alla larga dal Teatro Valle di Roma."

serafino mirante

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